Management Constellations nel Coaching Aziendale

Un giorno in azienda chiedo ad un mio cliente durante una sessione di coaching: “come vedi la tua realizzazione professionale nel tuo settore?” e lui inizia un discorso lungo, involuto e contradditorio, allora gli chiedo di scrivere la parola REALIZZAZIONE su un foglio e di posizionarlo a terra.

Questo è la rappresentazione cognitiva del cliente che fa emergere con immediatezza, semplicità e velocità il tema prioritario da affrontare nel suo percorso di consapevolezza e crescita professionale: dove guarda il cliente? dove va la sua attenzione e quindi la sua energia? verso l’alto, il futuro? verso il basso, il passato? come può uscire da questo stallo emotivo che lo blocca nel movimento?

Lo stallo emerge chiaramente da queste due frecce che puntano contemporaneamente in direzione opposte determinando un blocco del movimento, una stasi con conseguenti pensieri ed emozioni depotenzianti e ripetitivi. Quindi da questo punto siamo ripartiti per proseguire nel percorso di coaching aziendale.

Questo è solo un piccolo spunto per focalizzare l’approccio sistemico delle management constellations applicabili in ambito business: favoriscono infatti l’emersione dell’implicito “inconsapevole”, che mantiene team e dirigenti in situazioni di stallo, conflittualità e sabotaggi reciproci, con relative emozioni “tossiche” per l’ambiente di lavoro (paura, rabbia, frustrazione, insicurezza); danno spazio alle immagini interiori della persone o del gruppo di lavoro per cui diventa molto più semplice trovare concrete soluzioni, senza consumare tempo ed energie nel cercare di analizzare razionalmente ciò che non è razionale ma emotivo. Possiamo tutti ricordare colleghi che “sembrano” parlare di fatti, ma che invece stanno mettendo in discussione il loro modo di relazionarsi e comunicare.

Se ci manteniamo prevalentemente al livello della parola, rischiamo di perderci insieme al cliente o al team, se spostiamo l’attenzione su modalità di azione differenti, spiazzanti, immediate, possiamo lasciare emergere ciò che bolle in pentola prima che “esploda”, vederlo, sentirlo e trasformarlo.

Non è più il tempo di lunghe, noiose e inutili discussioni che puntano a lasciare tutto come è…..è arrivato il tempo di fare emergere ciò che sta agendo sotto la superficie e di RISOLVERLO!

Se non ora quando? E’ davvero il caso di dirlo a gran voce! 

Fabiana Boccola

Management Constellation ovvero come puntare alla soluzione in azienda

In azienda, sul lavoro, in qualunque organizzazione persone, comportamenti e processi sono interrelati, se in un ufficio si litiga e si instaura un conflitto, l’energia vibra e si espande come un gas velenoso invisibile ma potente che non rimane confinato nell’ufficio suddetto.

E non basta incolpare qualcuno o il tempo o il caso della vita o far finta di niente, ma agire sistemicamente considerando la situazione a 360 gradi e oltre secondo la fisica quantistica. Se un reparto di produzione colleziona rallentamenti e scarti, o non comunica efficacemente con l’area commerciale, le variabili da prendere in considerazione sono interconnesse e molto spesso nascoste.

Se l’azienda subisce un’acquisizione da una multinazionale e si creano delle difficoltà interculturali, non curare l’intero processo porta a blocchi relazionali e stagnazione o addirittura sabotaggi reciproci più o meno latenti.

Puntare alla soluzione con lo strumento delle management constellation semplifica il processo di emersione dei nodi cruciali attraverso la messa in scena degli elementi in gioco reciproco. Si chiede cioè alle persone interessate di scrivere, su fogli che vengono disposti nello spazio, i ruoli e le risorse coinvolte (il cervello lavora per immagini e configurazioni) e questa prima azione fa emergere ciò che manca o che appare distonico rispetto all’insieme.

Poi si chiede alle persone di salire fisicamente sui foglietti stesi a terra e di percepire come si sentono in relazione agli altri elementi presenti: questa, apparentemente, semplice azione crea una presa di consapevolezza intuitiva e immediata che dirige l’intera messa in scena verso possibili soluzioni.

Il passaggio successivo è tradurre la configurazione e le soluzioni evidenziate in azioni concrete sul sistema organizzativo e sui ruoli e team coinvolti. L’intelligenza intuitiva in relazione sistemica con gli elementi presi in considerazione e disposti nello spazio dona possibilità e crea percorsi di cambiamento efficaci che l’intelligenza razionale, con i suoi schemi di riferimento rivolti a ciò che ha funzionato in altre situazioni, ma non in quella presa in esame, e l’intelligenza emozionale, con i suoi travestimenti e mascheramenti, non erano riuscite a far emergere.

Descriverle a parole è più difficile che provarle, a presto sessioni di management constellation rivolte a imprenditori, dirigenti e responsabili H.R.

Stay tuned!

Fabiana Boccola

Crescita personale e nuove realtà

Si parla tanto di crescita personale, di motivazione, si condividono sui social frasi e aforismi famosi e meno famosi, ma conoscere la propria personalità con le relative caratteristiche, potenzialità, talenti e vulnerabilità rimane spesso una richiesta che si affida a quel test su internet o a quel questionario che promette di raccontarti tutto di te.

Credo succeda perché sembra difficile guardarsi dentro e mettersi in discussione, ovvero mettere in discussione quel costrutto cognitivo sensoriale ed emotivo che abbiamo imparato a vestire, agire e presentare al mondo intero. La buona notizia è che se riusciamo a cambiare il nostro modo di pensare, sentire e agire possiamo diventare tutto ciò che vogliamo, connettendoci energeticamente ad un campo di infinite possibilità, alle potenzialità che possiamo fare diventare realtà.

L’immaginazione è un potente antidoto, l’arte, la creatività, la bellezza sono i veri motori che possono innalzare la mente oltre i limiti sensoriali del corpo e guidarlo nella trasformazione. Se la mia mente guida il mio cervello nel creare nuove connessioni neuronali e comincia ad immaginare un nuova realtà questa può avverarsi, se lasciamo andare contemporaneamente l’attaccamento a ciò che conosciamo e a cui siamo abituati anche se non ci piace più da tempo.

Alcuni consigli perché il processo di trasformazione si avvii: inizia a fare ciò che non ti sei mai permesso di fare; dai una risposta che non hai mai dato; pratica la meditazione che portandoti in uno stato di profondo rilassamento ti permette di connetterti energeticamente con il campo delle infinite potenzialità; guarda film fantasy; leggi libri che ti portano in mondi che oggi ritieni fantastici, ma che domani potresti riconoscere nella tua realtà; non cercare di spiegare tutto e trovare la causa di tutto; balla ad occhi chiusi; scrivi con la mano non dominante; leggi un libro a voce alta con intonazioni diverse; impara a conoscere la tua vera voce; prendi per mano un bimbo e raccontagli una storia; fai una carezza ad una persona anziana e guardala come guarderesti un grande saggio.

E qualcosa di magico accadrà, stanne certo!

E condurrai a te persone diverse, in sintonia con te, diventando seduttivo/a come solo la magia e la realizzazione del proprio potenziale possono fare!

Fabiana Boccola

Allarga la visuale e comunica ciò che sei!

Basta con i corsi che ti promettono di imparare a decodificare i microsegnali del viso dell’altro, vanno bene per le serie televisive, tipo “Lie to me”, ma non per la vita di tutti i giorni, quella vera che non è quella dei professionisti della polizia impegnati a scovare bugie e inganni in nome della giustizia umana.

Un effetto di questa eccessiva attenzione al particolare che viene analizzato decodificato e interpretato porta ad una disconnessione fra mente e corpo.

Se analizzo con la mente, utilizzo una mappa che non coinciderà mai con il territorio (la cartina geografica non è il paesaggio attraverso il quale sto guidando o passeggiando), come cita il filosofo Alfred Korzybski, quindi mi focalizzerò sull’altro per scinderlo, scomporlo adattarlo alla mia mappa mentale, decidere cosa posso ottenere da questa relazione e quindi adattare il mio comportamento in ragione dei miei obiettivi.

Che ne dite? Quale è il vantaggio secondo voi? E quali le controindicazioni?

Il vantaggio è pensare di sentirsi al sicuro da errori e incomprensioni e di credere di riconoscere e poter controllare le mille sfumature dell’altro, ergo, ottimo per gli insicuri e i troppo sicuri di sè.

La controindicazione è una sola: perdersi la luminosità e ricchezza unica e particolare che emana da una comunicazione fra esseri umani, cangiante e multilivello.

Cosa porta invece ad allargare la visuale e ad imparare da ogni relazione in qualunque momento?

Esserci totalmente, accogliendo i movimenti interiori in connessione con l’altro, dicesi atteggiamento empatico di cui siamo già dotati alla nascita, modulando momento per momento la nostra comunicazione, le nostre parole e le nostre azioni, non in base a ciò che vediamo ma a ciò che sentiamo insieme.

Allarga la visuale, incontra l’altro come fosse la prima volta, come un funambolo o un surfista, competenti, preparati, allenati e nello stesso tempo totalmente presenti a se stessi, pena il cadere da una grande altezza o farsi travolgere dalle onde!

Fabiana Boccola

Le parole che dici creano la tua realtà

Ascoltare le persone, quello che dicono è una vera avventura, sia che lo si faccia professionalmente come quando sono nel mio studio durante una sessione di counseling, sia che lo si faccia per puro, semplice, spontaneo interesse per gli altri.

Significa vedere dispiegare davanti a sé il pensiero e le costruzioni mentali delle persone, un meraviglioso dono per chi lo sa cogliere.

Spesso parliamo in fretta come se dovessimo correre dietro ai pensieri che rischiano di scappare via, oppure esitiamo con lunghe pause come se i pensieri faticassero ad uscire dal recinto della mente, e poi finalmente impariamo a dosare le pause e le parole con attenzione, come bravi artigiani del pensiero espresso.

E le parole quando prendono vita nell’espressione orale a cavallo del respiro della persona, diventano potenti, aprono scenari, dipingono quadri emotivi, suonano armonie sentimentali, e creano la realtà.

Le parole dette risuonano al nostro orecchio e possono arricchirlo o ferirlo, comunque hanno sempre un effetto fisico e mentale se siamo pronti ad ascoltarle veramente. Questa società in questo momento storico è perlopiù sovraccaricata da parole disattente, espresse con malagrazia, rabbia, paura, insicurezza, manipolatorie, sembra che si siano perdute le parole delicate, auliche, antiche, giovani, espresse con attenzione e amore e soprattutto cura. Ecco cura del parlato affinché diventi un bel parlato e quindi una bel risuonare armonico e costruttivo.

Durante la giornata quanto e come parliamo? Ce lo siamo mai chiesto? Da ora in poi facciamo attenzione a quelle che diciamo e a quelle che pensiamo, il nostro dialogo interiore per così dire dà forma alla giornata, alla nostra energia e alle nostre azioni.

E le parole scritte? Lascio a voi l’interpretazione energetica e vibratoria in voi di quelle che state leggendo!

Fabiana Boccola

Agire in trance: quando l’inconscio prende il comando

Nella nostra giornata viviamo per circa il 95% in trance, ovvero in una stato alterato di coscienza.

Parcheggiamo la macchina e il giorno dopo giriamo come automi sotto casa, rivisitando i posti dove forse l’abbiamo lasciata; oppure mentre saliamo le scale di casa inciampiamo in un gradino lasciando cadere il cellulare sul quale stavamo leggendo gli ultimi messaggi ricevuti; oppure ci chiediamo dove abbiamo messo quel libro, che non troviamo più ma che sappiamo essere in casa; oppure compriamo quel vestito e poi ci rendiamo conto che non ci piace mica tanto.

E potrei continuare con mille altri esempi. Potremmo giustificarci dicendo che abbiamo poca memoria, che abbiamo sempre mille cose da fare e poco tempo, che inciampare “capita, mica significa qualcosa” e così via.

La nostra inveterata abitudine inconscia a trovare all’esterno, nell’ambiente o nelle altre persone la causa di questi piccoli e innocui “incidenti”, ci porta a continuare ad agire in uno stato alterato di coscienza. Intendo dire che non siamo pienamente consapevoli e presenti nel qui e ora delle nostre azioni. Ci affidiamo al “pilota automatico” e ci rinchiudiamo nella gabbia dorata dei nostri pensieri, affastellati, in continuo movimento, nello spazio e nel tempo, che ci scindono dal nostro corpo che abita sempre e solo nel presente, nell’adesso.

Quindi il risveglio passa da un atto di volontà, che ci permette di accorgerci di questi meccanismi inconsci ed automatici, di portare la nostra attenzione su quello che si sta facendo ora e sui pensieri che si stanno generando, permettendo a noi stessi di creare un piano di allenamento alla presenza cosciente nel qui e ora. Ma questo non basta, l’altro passaggio fondamentale riguarda il lasciare andare vecchie credenze e convinzioni limitanti “nascoste” che non apportano gioia e successo ma appesantiscono, nell’individuarle intenzionalmente e sostituirle con valori e guide interiori aggiornate e potenzianti.

Ma questo non basta, se non impariamo ad abitare il corpo, ad entrare in connessione con la materia del nostro corpo, nel sentirne la densità, la flessibilità, la forza, la vulnerabilità, la vibrazione e il suono, per scoprire come agire per soddisfare i nostri bisogni, per raggiungere i nostri obiettivi e desideri, dell’adesso e del futuro che vogliamo creare.

Sì, questo è un agire imprescindibile per prendere in mano la nostra vita!

Fabiana Boccola

Costelliamo? Ma di quante prove hai bisogno prima di lanciarti nel vuoto?

Affidarsi al campo quantico o morfogenetico o energetico o spirituale, chiamatelo come più vi piace, vi permette di lanciarvi verso cambiamenti profondi in poco tempo e molto mirati, che coinvolgono in termini sistemici l’individuo e tutte le persone a lui collegate, in modalità transgenerazionale, per liberarsi davvero e incontrare la migliore versione di se stesso.

Nel precedente articolo ho descritto sinteticamente lo strumento delle Costellazioni Familiari, ora sviluppo e aggiungo alcuni importanti elementi. Il termine Costellazioni tanto per iniziare: la parola rimanda alla configurazione di pianeti nel cielo e in effetti il concetto chiave di questo strumento è il rendere visibile, sensibile e palpabile la verità di un individuo in connessione con tutte le persone della sua storia familiare.

Campo quantico descrive un campo di “informazioni” nel quale siamo sempre immersi e che ci parla con un linguaggio profondamente diverso dall’utilizzo di parole, olistico, archetipico, sincronico. Transgenerazionale ci racconta che copioni di vita, memorie e fatti accaduti ai nostri antenati possono vivere dentro di noi per essere accolti e trasformati in forza e coraggio di scegliere il meglio per se stessi e per le persone con cui si è in relazione ora.

Fiducia nell’invisibile che si s-vela e nel nostro più alto e spirituale potenziale significa affidarsi a ciò che ancora ci sembra magia, poco convincente in termini logico-razionali, ma che funziona e attiva trasformazioni visibili e concrete nella nostra relazione con gli altri. Quindi chiediti di quante prove hai ancora bisogno per accogliere ciò che non conosci, che non capisci, che non incornici in teorie scientifiche ma che senti profondamente vere e trasformative. 

Un partecipante (A.V.) mentre era in scena come rappresentante di una persona mai vista né conosciuta ha sentito una forte emozione legata ad un evento particolare, si è girato verso di me e mi ha chiesto “ma come è possibile che senta questa cosa? Sono io cosciente di me stesso ma sento anche questa emozione legata ad un lutto, come è possibile?”. Subito la persona che stava mettendo in scena un proprio tema ha riconosciuto la veridicità di quell’evento. 

Ecco, quando parlo di farsi sorprendere ed accettare l’informazione che arriva dal campo intendo questo, rimanere e so-stare in quello che accade non pre-determinato, al servizio della storia dell’altro per svelare il copione di un film che chiede di essere cambiato.

Quindi ti rifaccio la domanda: “ma di quante prove hai bisogno per lanciarti nel vuoto e farti sorprendere da ciò che non puoi controllare ma solo vivere?”

Fabiana Boccola

Costelliamo? Come uscire dalla trance “Familiare”

Essere parte di qualcosa è necessario alla nostra sopravvivenza, ma ancora di più dare senso alla propria vita e realizzarla veramente al di là dei notevoli e impegnativi “dover essere familiari” diventa imprescindibile e liberatorio.

“Gran bel proposito”, direbbe qualcuno e qualcun altro si chiederebbe “…e come si fa?”, un terzo dichiarerebbe “ma cosa c’entra la mia famiglia d’origine con quello che accade nella mia vita?”, e potrei andare avanti ancora con tante obiezioni, commenti e dichiarazione di intenti, tutte quelle che nel corso della mia attività di animatrice di costellazioni familiari mi sono sentita dire. Già, ma questo prima che le persone partecipino ad una sessione di gruppo di “Costellazioni Familiari”.

Ci si ritrova in gruppo, estranei apparentemente (poi vi spiegherò perché scrivo apparentemente) gli uni agli altri, e si mette in scena una situazione portata da uno dei partecipanti che vuole vedere con altri occhi, sentire con altre emozioni, capire con altri pensieri. Tutto ciò si svolge senza copione, attori e sceneggiatura! 

E già questo sconvolge un po’ il nostro favoloso apparato razionale che vuole tempi, obiettivi, modalità e risultati, altrimenti si annoia e comincia a scalpitare….bene lasciamolo scalpitare e stiamo a vedere cosa succede! Intanto sentite che bella energia creativa portano queste 5 parole: stiamo a vedere cosa succede, affidiamoci al non noto, al non conosciuto, al non già pensato e spesso mai digerito. A questo punto accade l’impensabile, appunto! 

Gli estranei a me (ti ricordi l’apparentemente di prima?), alla mia famiglia, alla mia storia, ai miei desideri e bisogni, scelti e messi in scena da me, posizionati nello spazio, in relazione gli uni agli altri, cominciano a s-velare sensazioni, emozioni, parole e modi di dire e sentire e da osservatore mi ritrovo a pensare: “cavolo ma è proprio così, ma come fanno queste persone che non conoscono nulla di me a dare corpo e voce a verità difficili mai dette o appena percepite che riguardano proprio me e le persone del mio clan familiare?”. 

Ed è proprio la coscienza familiare che si ri-vela per permettere in poco tempo, un’ora o forse meno, un movimento interiore ed esteriore che porta ordine, trova soluzioni, ricarica e regala immagini nuove da portarsi nella mente e nel cuore. E tutto ciò porta ad uscire dalla trance familiare, dall’ipnosi subita per anni, che molto spesso allontana dalla percezione realistica di noi stessi e del nostro agire. E sotto ipnosi, personale, familiare e collettiva, come ritrovo me stesso? Questo è un modo ed è il dopo della Costellazioni Familiari!

Fabiana Boccola

Noi… Tutti Eroi dai Mille Volti

Giorni fa “l’illuminazione” davanti allo schermo televisivo: “caspita quanti film hanno per protagonisti personaggi con storie familiari a dir poco complesse e sfidanti”. Amo molto il genere fantasy e la fantascienza, insomma tutto quello che porta la realtà ad un livello altro (anche se non amo etichettare quelli che considero capolavori della cinematografia, che nascano dalle storie raccontate in un libro oppure da una geniale sceneggiatura) ed è stato molto interessante per me focalizzarmi sul fatto che i protagonisti-eroi presentano costellazioni familiari molto particolari. 

Luke Skywalker, abbandonato e cresciuto dallo zio che ha sempre taciuto la sua ascendenza, a dir poco controversa  (suo padre è il mitico Darth Vader, il cattivo con problemi respiratori, icona dei fans della trilogia) che scopre ormai adulto di avere anche una gemella vip – la principessa Leila); Frodo, il protagonista del Signore degli Anelli, orfano, allevato dallo zio materno Bilbo Baggins; Harry Potter, il mago più famoso al mondo, orfano e cresciuto nella famiglia della zia in condizioni di rifiuto e potremmo dire “violenza domestica”; Katniss Everdeen, l’eroina di Hunger Games, che inizia la sua pericolosa avventura per salvare la sorella minore; Beatrice “Tris” Prior e Tobias “Quattro” Eaton i protagonisti di Divergent, di cui vi consiglio la visione e magari la lettura della trilogia di Veronica Roth, che lasciano la famiglia per trovare la loro strada portandosi sensi di colpa e rabbia per questo….e tanti altri che non cito solo per non allungare troppo l’elenco (da ora in poi sarò in modalità radar per altre situazioni simili e vi terrò aggiornati, promesso).

Questi eroi alla Joseph Campbell (vedi il meraviglioso libro “L’eroe dai mille volti” del grande studioso di antropologia e psicologia analitica del profondo * ) ci raccontano che la nostra vita può essere “condizionata” dalla storia della famiglia in cui nasciamo, dagli insegnamenti che riceviamo, dai disagi di varia entità che subiamo, ma che tutto questo può davvero diventare la Forza che ci guida e accompagna (il riferimento a Guerre Stellari non è puramente casuale) a ritrovare l’Amore che ci ha generati e catapultati in questo mondo, perché un Senso e una Missione particolare aspettava solo noi!

Nel prossimo articolo, approfondirò il tema raccontandovi uno strumento molto particolare e magico per ridisegnare il nostro progetto di Vita e non solo: le Costellazioni Familiari.

Fabiana Boccola

*  «Senza “L’eroe dai mille volti” probabilmente starei ancora scrivendo  ‎”Guerre Stellari‬”». George Lucas 

La Comunicazione Agita

Vi presento i 5 Modelli epistemologici di PensieroAzione elaborati da Jerome Liss, una persona
molto speciale. A voi i commenti al termine della lettura!

  • Modello n. 1 Teoria e Fatti elaborato sulla base delle riflessioni proposte dal filosofo della
    scienza Carl Hempel, secondo il quale è importantissimo sostenere le teorie, le opinioni, le
    interpretazioni, con fatti documentati, esempi e vissuto concreto, in modo da rendere il
    dialogo una specie di “competizione positiva” – un’applicazione pratica di questo modello è
    la ricerca dell’integrazione continua fra fatti concreti e concetti interpretativi (opinioni,
    spiegazioni, ipotesi). A questo punto Jerome definisce i concetti radicati nella realtà come
    “concetti operativi” e suggerisce che anche quando elaboriamo un pensiero libero,
    speculativo, originale e immaginativo è importante che almeno alcune dei nostri concetti-
    base siano accompagnati da prove di sostegno, rafforzando la connessione con la realtà;
  • Modello n. 2 Analisi Vantaggi-Svantaggi dell’Azione che risponde alle domande: “come
    possiamo difendere le nostre idee e opinioni? e come possiamo valutare le idee e opinioni
    degli altri?”. Utilizzando questo modello le azioni non saranno più valutate secondo la
    categoria “giusto o sbagliato”, ma secondo criteri più dinamici, come l’analisi dei vantaggi e
    degli svantaggi presenti secondo i diversi punti di vista, con attenzione alla dimensione
    temporale di impatto dell’azione stessa (breve/lungo termine);
  • Modello n. 3 Dall’Astratto alla Concretezza che ci ricorda quante volte nelle discussioni
    l’insoddisfazione nasce dalla tendenza delle persone a parlare in un modo troppo astratto,
    vago, nuvoloso e ci propone come modalità di comunicazione quello di favorire sempre il
    passaggio dalle intenzioni generali alla definizione concreta di un progetto (chi?, fa cosa?,
    dice che cosa?, quando?, dove? con chi?, etc…) familiare, amicale, organizzativo, ludico,
    etc;
  • Modello n. 4 il Messaggio Dato è Diverso dal Messaggio Ricevuto, che ci sollecita a
    comprendere che la comunicazione interpersonale distingue il messaggio offerto dal
    messaggio ricevuto, ricordandoci che difficilmente saranno totalmente congruenti (ogni
    persona è un microcosmo sconosciuto, con filtri, credenze ed esperienze differenti, un
    “territorio” da esplorare), da cui possono per questo discendere possibili malintesi, conflitti,
    distorsioni. La soluzione proposta dall’autore è legata alla capacità dei “dialoganti” di
    colmare il divario fra “l’intenzione” e “l’impatto” di un messaggio attraverso la
    “metacomunicazione”, che chiarisca la comunicazione offerta, aiutando a riparare nel
    contempo le incomprensioni (“volevo intendere questo…” “avevo capito un’altra cosa,
    grazie di avermelo chiarito…” sono solo alcune frasi, esempio di come si possano risolvere
    ambiguità e fraintendimenti risparmiandoci emozioni trattenute e giudizi negativi sull’altro e
    su ciò che sta dicendo);
  • Modello n. 5 la Coesistenza di Punti di Vista Diversi, secondo il quale un dialogo in cui
    ognuno possa offrire la propria esperienza favorisce l’ascolto e l’accettazione delle diversità
    (importante bandire frasi del tipo: “Questa è la verità!!, “questa è l’unica strada giusta!”, “io
    ho ragione”, etc…).

Cinque modelli di pensiero-azione, che ridonano al mondo della comunicazione Fiducia, Rispetto e
Trasparenza nella relazione, qualità quanto mai importanti in questo contesto storico e sociale.

Fabiana Boccola