La Comunicazione Agita

Vi presento i 5 Modelli epistemologici di PensieroAzione elaborati da Jerome Liss, una persona
molto speciale. A voi i commenti al termine della lettura!

  • Modello n. 1 Teoria e Fatti elaborato sulla base delle riflessioni proposte dal filosofo della
    scienza Carl Hempel, secondo il quale è importantissimo sostenere le teorie, le opinioni, le
    interpretazioni, con fatti documentati, esempi e vissuto concreto, in modo da rendere il
    dialogo una specie di “competizione positiva” – un’applicazione pratica di questo modello è
    la ricerca dell’integrazione continua fra fatti concreti e concetti interpretativi (opinioni,
    spiegazioni, ipotesi). A questo punto Jerome definisce i concetti radicati nella realtà come
    “concetti operativi” e suggerisce che anche quando elaboriamo un pensiero libero,
    speculativo, originale e immaginativo è importante che almeno alcune dei nostri concetti-
    base siano accompagnati da prove di sostegno, rafforzando la connessione con la realtà;
  • Modello n. 2 Analisi Vantaggi-Svantaggi dell’Azione che risponde alle domande: “come
    possiamo difendere le nostre idee e opinioni? e come possiamo valutare le idee e opinioni
    degli altri?”. Utilizzando questo modello le azioni non saranno più valutate secondo la
    categoria “giusto o sbagliato”, ma secondo criteri più dinamici, come l’analisi dei vantaggi e
    degli svantaggi presenti secondo i diversi punti di vista, con attenzione alla dimensione
    temporale di impatto dell’azione stessa (breve/lungo termine);
  • Modello n. 3 Dall’Astratto alla Concretezza che ci ricorda quante volte nelle discussioni
    l’insoddisfazione nasce dalla tendenza delle persone a parlare in un modo troppo astratto,
    vago, nuvoloso e ci propone come modalità di comunicazione quello di favorire sempre il
    passaggio dalle intenzioni generali alla definizione concreta di un progetto (chi?, fa cosa?,
    dice che cosa?, quando?, dove? con chi?, etc…) familiare, amicale, organizzativo, ludico,
    etc;
  • Modello n. 4 il Messaggio Dato è Diverso dal Messaggio Ricevuto, che ci sollecita a
    comprendere che la comunicazione interpersonale distingue il messaggio offerto dal
    messaggio ricevuto, ricordandoci che difficilmente saranno totalmente congruenti (ogni
    persona è un microcosmo sconosciuto, con filtri, credenze ed esperienze differenti, un
    “territorio” da esplorare), da cui possono per questo discendere possibili malintesi, conflitti,
    distorsioni. La soluzione proposta dall’autore è legata alla capacità dei “dialoganti” di
    colmare il divario fra “l’intenzione” e “l’impatto” di un messaggio attraverso la
    “metacomunicazione”, che chiarisca la comunicazione offerta, aiutando a riparare nel
    contempo le incomprensioni (“volevo intendere questo…” “avevo capito un’altra cosa,
    grazie di avermelo chiarito…” sono solo alcune frasi, esempio di come si possano risolvere
    ambiguità e fraintendimenti risparmiandoci emozioni trattenute e giudizi negativi sull’altro e
    su ciò che sta dicendo);
  • Modello n. 5 la Coesistenza di Punti di Vista Diversi, secondo il quale un dialogo in cui
    ognuno possa offrire la propria esperienza favorisce l’ascolto e l’accettazione delle diversità
    (importante bandire frasi del tipo: “Questa è la verità!!, “questa è l’unica strada giusta!”, “io
    ho ragione”, etc…).

Cinque modelli di pensiero-azione, che ridonano al mondo della comunicazione Fiducia, Rispetto e
Trasparenza nella relazione, qualità quanto mai importanti in questo contesto storico e sociale.

Fabiana Boccola

Un maestro di Judo in aula e la Leadership mette il Kimono

Entriamo in aula…
una formatrice e un maestro di judo…
pronti ad accompagnare persone che lavorano in una grande azienda pubblica a credere in se stesse.

Il percorso intensivo è sull’apprendimento del proprio stile di leadership naturale per ingaggiare efficacemente il proprio team e gestire costruttivamente potenziali conflitti e  incomprensioni. L’obiettivo è ambizioso e appunto per questo siamo in due, ma in effetti non siamo in due, in quanto la sintonia e la sincronia dei nostri interventi ci guidano  nel mostrare come le arti marziali possano attivare rapidamente ed efficacemente una profonda consapevolezza delle dinamiche mentali ed emotive che agiscono nella relazione conflittuale.

Judo significa la “Via della Cedevolezza” perché insegna che il modo migliore per contrastare una forza non è quello di opporvisi, ma quello di cedere per utilizzarla a proprio  vantaggio. Il proprio vantaggio è un concetto che va declinato ricordando 8 principi elaborati dal fondatore, il Maestro Jigoro Kano, nel 1882:

1. Educazione 2. Coraggio 3. Sincerità 4. Onore 5. Modestia 6. Rispetto 7. Controllo di sé 8. Amicizia.

Ecco qua gli ingredienti della leadership naturale e cominciamo subito a proporre alcuni esercizi per trovare la flessibilità del corpo e quindi, in un’ottica sistemica, della mente. Poi il maestro di judo propone a coppie un esercizio di stallo (uno contro l’altro spingendo con le mani a contatto) e insegna l’arte della cedevolezza: “smetto di spingere, cedo, e così facendo esco dallo stallo e lascio che l’altro perdendo il contatto perda l’equilibrio”… solo così potremo trovare insieme un nuovo equilibrio, o per usare i termini della formazione, scopriremo insieme la Soluzione a ciò che ci oppone, fluendo come l’acqua, senza resistenza ma insieme in onda, come un salvagente che galleggia insieme ale onde del mare.

Ed ecco la magia, in pausa due dirigenti provano davanti alla famosa macchinetta del caffè l’esercizio e nei loro sguardi c’è intensità, coraggio e voglia di cambiare, veramente questa volta!

Fabiana Boccola